venerdì 21 ottobre 2016

Alice nella Città chiude con una commedia nera che è una vera gradita sorpresa "Swiss Army Man" di Scheinert e Kwan con Daniel Radcliffe e Paul Dano

Presentato nella sezione Panorama, in chiusura di Alice nella città – il festival autonomo e parallelo della Festa del Cinema di Roma -, e reduce del successo al Sundance Film Festival e tre volte premiato (dal pubblico, dalla critica internazionale e Imaging the Future Award) al Neuchatel International Fantastic Film Festival, ecco la vera sorpresa “Swiss Army Man” sceneggiato e diretto a quattro mani da Daniel Scheinert e Dan Kwan con l’inedita coppia Paul Dano e Daniel Radcliffe, ormai lontano dal maghetto “Harry Potter”. Una commedia bizzarra e surreale, nera e quasi

fantahorror, visionaria e divertente, piena di riferimenti, citazioni e rimandi, dal celeberrimo “Robinson Crusoe”, portato numerose volte sul grande schermo, a “One Hour Photo” e ai tanti ‘amici immaginari’ della letteratura e del cinema, in questo caso in carne e ossa però morto e risuscitato. Forse. Un caotico viaggio nella psiche, attraverso la fantasia e l’immaginazione della nostra mente (e quella degli autori), metafora di una società in cui i rapporti virtuali (dai social alle chat, non
solo) ad un certo punto diventano terribilmente veri, in una sorta di universo parallelo, dove spesso ci inventiamo una vita parallela. “Swiss Army Man” racconta del giovane Hank, naufrago in un’isola deserta, che sull’orlo del suicidio vede apparire sulla spiaggia il cadavere di un coetaneo, Manny (un inimitabile Radcliffe), che gli fa dimenticare i suoi propositi suicidi e gli offre l’occasione di un’amicizia mai avuta prima. Anzi col suo ‘aiuto soprannaturale’ riuscirà a intraprendere il viaggio di ritorno a casa.
Ricco di trovate e gag, invenzioni e flash back, dialoghi brillanti e originali effetti, in uno scenario ora lussureggiante ora apocalittico (la ricostruzione degli ambiente sociali con materiale da scarico ricorda il Richard Lester di “Mutazioni - The Bed Sitting Room”). Ma anche ‘l’educazione sentimentale’ del già cadavere Manny è davvero godibilissima pur se irreverente e/o politicamente scorretta. A qualcuno magari potrà disgustare l’uso dei gas corporali come propulsore acquatico, ed altro, ma è tutto all’insegna del divertimento puro e innovativo, a tratti anche romantico e commovente.
Infatti, la si può godere come una semplice e divertentissima commedia nera, anche quando offre diversi livelli di lettura, dalla riflessione esistenziale all’accettare se stessi, alla solitudine di una generazione abbandonata a se stessa in una società dove l’ipercomunicabilità tecnologica ha sostituito quella fisica e spirituale veramente ‘umana’. Tutti ci troviamo spesso a ‘parlare’ col computer e persino con gli elettrodomestici, ma sempre più raramente con un’altra persona, almeno non direttamente, cioè ‘dal vivo e in diretta’. Sarà questa la vera fine del mondo prima di quella ecologica?
Nel finale, da non rivelare ma forse il momento più debole, si torna bruscamente alla realtà, dove ovviamente è impossibile giustificare un mondo creato dall’immaginazione più sfrenata, quella che – a volte – ci aiuta a sopravvivere, scacciando le tentazioni suicide. Vedere per credere. José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5)