lunedì 28 luglio 2014

La 29a. Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia porta sette opere prime e seconde da tutto il mondo, tra storie di donne, neonati e ragazzi

Sette film da tutto il mondo per la 29a. Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia, dal 27 agosto al 6 settembre 2014. Argomenti e contenuti diversi nella sezione indipendente della Mostra dedicata esclusivamente alle opere prime e perciò ci offre la possibilità di scoprire - come è accaduto in passato - voci e talenti emergenti del cinema mondiale. Da Kevin Reynolds a Olivier Assayas, da Carlo Mazzacurati a Roberta Torre, per ricordarne solo alcuni. E se quest'anno sembrano primeggiare pellicole su donne incinte, neonati e bambini, però la provenienza e le vicende raccontate non sono tutte di finzione, anzi. I titoli sono "Binguan" (The Coffin in the Mountain - Una bara da seppellire di Xin Yujun (Cina), un rito funebre visto da più punti di vista; "Dancing with Maria" di Ivan Gergolet (Italia-Argentina-Slovenia), un film non biografico su Maria Fux, l'anziana danzatrice argentina, che nel suo studio accoglie ballerini di qualsiasi condizione sociale, ma anche uomini e donne con limitazione fisiche e mentali, formando gruppi di danza (terapia) integrati; "Dap canh giura khong trung" (Flapping in the Middle of Nowhere - Agitarsi in mezzo al nulla) di Nguyen Hoang Diep (Vietnam-Francia-Norvegia-Germania), sui cui ci antipano la 'raffinatezza stilistica', un film shock al femminile che parla di sesso, ossessioni ed altro attraverso una trasgender incinta; "Nicije dete" (No One's Child - Figlio di nessuno) di Vuk Rsumovic (Serbia), storia di un ragazzo trovato in un bosco della Bosnia in stato selvaggio e portato a Belgrado per la rieducazione, un tema non nuovo e pieno di riferimenti (da Truffaut a Herzog), il cui spunto è la guerra; "Terre Battue" (40-Love - Terra battuta) di Stéphane Demoustier (Francia-Belgio), prodotto dai fratelli Dardenne, con Olivier Gourmet e Valeria Bruni Tedeschi, narra la storia di un uomo che perde il lavoro e diventa vittima della crisi economica e sentimentale; "Villa Touma" di Suha Arraf (Palestina), già sceneggiatrice de "Il giardino dei limoni" e "La sposa siriana", porta una storia su tre donne rinchiuse al mondo in cui, apparentemente, non parla del presente; "Zerrumpelt Herz" (The Council of Birds - Cuore frantumato) di Timm Kroeger (Germania), un saggio di diploma "dal rigore stilistico pazzesco", che racconta una storia misteriosa ambientata alla fine degli anni Venti su un musicista che va a trovare un amico rinchiusosi nel bosco e che risulta scomparso. Tutti i film in concorso sono in prima mondiale. Ma non è tutto perché ci sono il film di apertura, in prima internazionale, "Melbourne" di Nima Javidi (Iran), con il protagonista di "Una separazione", e quello di chiusura, "Arance e Martello" di Diego Bianchi (Italia), una commedia su una storia vera, la chiusura del mercato rionale San Giovanni di Orvieto, luogo in cui è stato ambientato tanto cinema popolare italiano, anni '40/'50. I film in concorso concorrono a due premi: Premio del pubblico RaroVideo del valore di 5.000 euro, e Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis", 100.000 dollari messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis. Anche per questa edizione, inoltre, la FEDEORA, Associazione dei Critici Cinematografici dell'Europa e del Mediterraneo, assegnerà due premi collaterali ai film della Settimana: uno al miglior film, l'altro a scelta tra migliore sceneggiatura, migliore fotografia o migliore interpretazione. Fondata da Lino Micciché nel 1984, la Settimana Internazionale della Critica ha come presidente Franco Montini e fanno parte della commissione di selezione Francesco Di Pace (delegato generale), Nicola Falcinella, Giuseppe Gariazzo, Anna Maria Pasetti e Luca Pellegrini. E quest'anno è dedicata alla cara memoria di Claudio G. Fava e Sandro Zambetti. Grazie al fondamentale contributo della Regione Veneto, i film della SIC saranno riproposti al termine della 71a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia in diverse città del Veneto e, grazie ai fondi della Provincia autonoma di Trento e della Provincia autonoma di Bolzano, alcuni titoli potranno raggiungere le due città. José de Arcangelo