sabato 9 novembre 2013

Il Festival di Roma 'riapre' con un intenso dramma sull'Aids trent'anni dopo "Dallas Buyers Club" di Jean-Marc Vallée con McConaughey e Leto

ROMA, 9 - Il Festival Internazionale del Film di Roma oggi inizia ufficialmente l’8a. edizione e, quindi, apre con la proiezione di "Dallas Buyers Club", l’ultimo lavoro del regista e sceneggiatore canadese Jean-Marc Vallée, l’autore di "C.R.A.Z.Y", "The Young Victoria" (vincitore di un Oscar per i costumi) e "Café de Flore".

Un dramma ispirato a fatti realmente accaduti e che affronta il tema Aids trent'anni dopo, ricostruendo la vicenda - ambientata dal 1985 - di Ron, elettricista e cowboy dalla vita sregolata che scopre di essere sieropositivo. Da sempre omofobo arrabbiato, non solo non accetta il fatto di aver contratto il virus, ma nemmeno la sentenza di morte che prevede soltanto un mese di vita. La disperata ricerca di una cura 'autorizzata', lo spinge in Messico dove è possibile curarsi con terapie alternative ma pur sempre efficaci, o quanto meno non ulteriormente dannose. E trova un improbabile alleato nel transessuale Rayon, anche lui malato terminale, con il quale scopre la voglia di vivere, sfida la comunità scientifica e, soprattutto, le multinazionali farmaceutiche sostenute dal governo, 'contrabbandando' i medicinali vietati.
Una pellicola che riesce a mescolare sapientemente dramma e denuncia, sentimenti ed emozioni, solidarietà ed amore; ed a evitare falso moralismo, pietismo e retorica, grazie anche ad un bel terzetto di bravissimi attori quali Matthew McConaughey, Jennifer Garner e Jared Leto (presente al Festival). Infatti, prima della presentazione del film, il Festival e Vanity Fair hanno assegnato all'opera di Vallée il premio “Vanity Fair International Award for Cinematic Excellence” – che premia l’eccellenza di un progetto – consegnato dal direttore di Vanity Fair Luca Dini all’attore Jared Leto, passato anche sul red carpet dell’Auditorium alle ore 19 con i “Thirty Seconds to Mars”, la band che ha venduto oltre dieci milioni di album in tutto il mondo e che sta facendo registrare il tutto esaurito nella sua tournée europea.
Il Concorso è stato inaugurato alle ore 17, presso la Sala Sinopoli, con "Manto Acuífero" di Michael Rowe, uno dei registi all’avanguardia del cinema messicano contemporaneo, autore di "Año bisiesto", vincitore della Camera d’Or a Cannes nel 2010. "Manto Acuífero" è il secondo film della 'Trilogia della Solitudine' (cominciata proprio col precedente) e racconta le difficoltà di Caro, una bambina di otto anni alle prese con il divorzio dei genitori.
Un interessante esercizio di stile per raccontare la 'solitudine' di una bambina a cui manca la presenza del padre e non accetta il nuovo compagno della madre, rifugiandosi nel mondo animale, dagli insetti alla gallina e i suoi pulcini, finché la sua 'rabbia' contenuta non esploderà in una crudeltà inaspettata. Anche una riflessione su come gli adulti non comprendono fino in fondo i bambini, non basta l'amore e le dolce cure ma un vero 'dialogo' con quelli uomini in miniatura. Alle ore 22 presso la sala Sinopoli, terzo film in Concorso della giornata, "Ben o Değilim" (Io non sono lui) del turco Tayfun Pirselimoğlu, regista, pittore, scrittore e sceneggiatore che affronta il tema dell’identità portando sul grande schermo una morbosa relazione fra l’introverso Nihat, impiegato nella mensa di un ospedale, e Ayşe, una misteriosa donna assunta come lavapiatti.
Un complesso dramma esistenziale sulla scia del miglior Hitchcock (soprattutto "La donna che visse due volte" e "Il ladro"), raccontata con il rituale ritmo delle cinematografie orientali, non privo di un ambiguo fascino, e anche qui un particolare esercizio di stile, claustrofobico e angosciante. In mattinata, a partire dalle 9.30 al Teatro Studio, il Ministro dei beni, delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, è stato al centro della “Conferenza Nazionale del Cinema”, indetta dallo stesso Ministro con l’obiettivo di promuovere una riflessione sulle prospettive del settore cinematografico e audiovisivo e di individuare una serie di indirizzi strategici che favoriscano il rafforzamento quantitativo e qualitativo del settore. Alle ore 16, in Sala Petrassi, il Festival ha proposto uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati di cinema, gli incontri fra attori e registi e il pubblico: primo protagonista della serie è stato il veterano attore inglese John Hurt, straordinario attore inglese la cui carriera abbraccia quattro decenni di cinema al servizio di registi come Alan Parker, Ridley Scott, David Lynch, Michael Cimino, Sam Peckinpah, Gus Van Sant, Robert Zemeckis. E centinaia di film, da "Alien" e "L'uomo elefante" a "Snowpiercer", presentato ieri in anteprima fuori concorso.
Sempre alle ore 16, il Festival ha dedicato un momento speciale per i più piccoli e le famiglie. In occasione della proiezione di "Belle et Sébastien" di Nicolas Vanier (film Fuori Concorso in collaborazione con Alice nella città), il red carpet si è tinto di bianco: fiocchi di neve che hanno accolto l’arrivo del bellissimo Belle, un pastore dei Pirenei che ha percorso il tappeto rosso al fianco del regista. Tratto da un libro e una serie televisiva francese di successo, poi diventata un cartone animato giapponese altrettanto popolare, narra con uno stile tradizionale un'avventura, tra lacrime e sorrisi, di un bambino e del bel cagnone, considerato fino allora una 'bestia' feroce. Per ricordare uno degli attori italiani più apprezzati degli ultimi cinquant'anni, Giuliano Gemma - recentemente scomparso -, il Festival ha proiettato alle ore 14.30, presso il Teatro Studio, "Arrivano i Titani" di Duccio Tessari e alle ore 17 il documentario "Giuliano Gemma. Un italiano nel mondo", realizzato dalla figlia Vera Gemma. Un attore che si fece notare proprio nel cinema di genere, dal mitologico - appunto - allo spaghetti western, diventando famoso in tutto il mondo. Dall'America latina al Giappone. Sempre oggi, alle ore 20 in Sala Petrassi, è stato ricordato Federico Fellini nel ventennale della sua scomparsa: il Csc-Cineteca Nazionale ha proposto il restauro digitale de "Le tentazioni del dottor Antonio", celebre episodio del film collettivo "Boccaccio ’70", preceduto dal cortometraggio di Antonello Sarno "Federico degli spiriti".
Fuori Concorso, alle ore 19 presso la Sala Sinopoli, è stato presentato "La luna su Torino" di Davide Ferrario che fotografa, attraverso gli occhi di tre giovane coinquilini, l’attuale situazione di crisi (anche esistenziale). Sulla scia del precedente "Dopo mezzanotte" (2003), Ferrario torna al film d'autore indipendente e autoprodotto, percorrendo con i suoi protagonista l'amata Torino, stavolta in pieno giorno, col suo mix docu-fiction che diventa un cinema-cinema, che non tutti sono disposti a seguire e amare. Forse, solo chi vede (e ama) il grande schermo come lui. Alle 22.30 in Santa Cecilia sono andate in scena "Las Brujas de Zugarramurdi", ovvero 'le streghe' dello spagnolo Álex de la Iglesia, uno dei protagonisti del cinema di genere (horror) contemporaneo. Il regista incontrerà il pubblico domani alle ore 17.30 presso il Teatro Studio.
Il programma di CinemaXXI ha presentato alle ore 22.30 in Sala Petrassi, "Little Feet" di Alexandre Rockwell, uno dei cineasti più interessanti del panorama indipendente americano, e il cortometraggio "Lü" del celebre regista cinese (di Hong Kong) Yonfan. Alle ore 17 al MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, proiezioni per il pubblico di "Glaucocamaleo" di Luca Trevisani e del corto "Thing" di Anouk De Clercq, mentre alle 20 due corti, "Riverbero" del collettivo MyBossWas e "Chi ha lottato con l’angelo resta fosforescente" di Riccardo Giacconi, preceduti dalla proiezione del documentario "Ho fatto una barca di soldi" di Dario Acocella, un viaggio lungo un giorno con lʼartista settantenne Fausto Delle Chiaie, pioniere della Street Art e fondatore del Manifesto Infrazionista (concorso Prospettive Doc Italia). Nella stessa linea di programma, alle ore 17.30 in Sala Petrassi, il pubblico ha visto "Lettera al Presidente" di Marco Santarelli, un percorso intimo nelle storie di uomini e donne che, dal dopoguerra al 1969, si sono rivolti all'Autorità massima dello Stato, il Presidente della Repubblica, nella speranza di risolvere un problema o realizzare un sogno. Per la retrospettiva “Ercole alla conquista degli schermi”, dedicata all’universo cinematografico del peplum, sono stati presentati i classici "Le fatiche di Ercole" di Pietro Francisci ed "Ercole al centro della Terra" del 'maestro' Mario Bava; per la retrospettiva “Claudio Gora, regista e attore”, "La contessa azzurra". Nel programma della sezione parallela Alice nella città, le previste due proiezioni in Sala Santa Cecilia: il francese "En Solitaire" di Christophe Offenstein con François Cluzet e Guillaume Canet (dopo il passaggio al festival uscirà nelle sale) e "Marina" di Stijn Coninx. José de Arcangelo