venerdì 4 novembre 2011

Festival del Film di Roma. Due Marc'Aurelio per l'argentino "Un cuento chino" di Sebastian Borensztein, miglior film per giuria e pubblico

"Mi piace questa atmosfera così informale, amo Roma e gli italiani, amo moltissimo il cinema e il mio lavoro - ha detto Richard Gere ricevendo il Marc'Aurelio alla carriera -, questa vita straordinaria che ho potuto vivere. E’ una grande esperienza per me oggi, ma vorrei che questo premio non sia come dinosauro. Ieri ho potuto rendere omaggio al maestro Ennio Morricone con il mio primo film da protagonista, "I giorni del cielo", che ho visto per prima volta insieme a mia moglie, e abbiamo apprezzato insieme la colonna sonora di Morricone, davvero eccezionale, e mi sono rivisto così giovane, con cui ho avuto il David di Donatello, quello è stato un periodo di svolta, così come quello attuale in cui ricevo questo premio qui a Roma. Ho fatto 50 film, e facendo un rapido calcolo ho lavorato con circa un milione di persone, a cui dedico questo premio. E particolarmente a mia moglie in questo nostro anniversario di matrimonio".
Però il premio ufficiale del concorso, il Marc’Aurelio, anzi due, sono andati al film argentino-spagnolo “Un cuento chino” che ha messo d’accordo la giuria internazionale e il pubblico, aggiudicandosi i due maggiori riconoscimenti, oltre ad avere il Mouse d’oro, della critica specializzata on line.
"Questo è un film che parla della solitudine – esordisce il regista Sebastian Borensztein, dopo i ‘due discorsi’ di ringraziamento in italiano approssimativo ma comprensibile, tanto che li ha iniziati ironicamente entrambi allo stesso modo -, di come i destini possono essere più uniti, incrociati, di quello che si può pensare: Roberto vive dando la schiena al sistema, il fatto che gli sia toccato andare in guerra diciottenne alle Malvine (Falkland), è già un assurdo; una mucca che cade del cielo è un assurdo ma sono fatti che succedono. Entrambi reali. Quando ho letto la notizia della mucca piovuta dal cielo mi è venuto l’ispirazione e volevo cominciare il film proprio con quell'immagine: partendo dall'assurdo, raccontare le conseguenze di una guerra su una persona, perché il danno che resta è reale. La storia di un uomo che per un rovescio del destino, quando torna a casa scopre che il padre è morto. Un emigrato fuggito dall’Italia in guerra, affronta un'altra guerra che gli costerà la vista senza aver nemmeno partecipato. Volevo unire due tragedie per fare una commedia, sulla generazione che è andata in guerra. Avevo un debito, fare un film ma non di guerra, e con un finale all’insegna della speranza".
"Non sono stato in guerra solo per un caso – conclude -, non mi è toccato, però a molti amici miei sì, per fortuna nessuno di loro è morto, ma sono segnati a vita. Tutti, comunque, hanno vissuto la guerra perché si sono dovuti adattare ad una condotta, avere dei comportamenti e seguire le regole di guerra. Nonostante il reclamo delle isole sia giustificato, la guerra non lo è. Un elemento col quale i militari tentarono di perpetuarsi al potere, ma per chi è morto e per loro stessi, segnò la fine del regime".
"Ovviamente i film italiani sono stati tutti presi in considerazione – dichiara l’etoile Roberto Bolle, membro della giuria, a proposito dell’assenza di riconoscimenti per il nostro cinema -, pensavamo di poter dare un premio ad un film italiano, ma la qualità delle opere era alta, e questa è la miglior selezione che potevamo fare. La decisione è stata quasi all'unanimità, sono quelli che erano i preferiti, gli italiani arrivano subito dopo. Hanno vinto quelli che abbiamo giudicato i migliori".
Infatti la giuria ha ‘aggiunto’ due Marc’Aurelio speciali per assegnare dei riconoscimenti alla colonna sonora di “Hotel Lux” e il premio della Giuria a “The Eye of the Storm” dell’australiano Fred Schepisi.
"Ho avuto molta fortuna – dichiara Guillaume Canet, Marc’Aurelio al miglior attore per “Una vita migliore” di Cédrick Kahn e aggiunge sul personaggio -, non appena si ha fiducia in qualcosa, c'è la speranza che qualcosa possa cambiare. Se non si ha la forza sufficiente per opporsi si finisce per cadere in questa spirale, e lui cerca di fare del suo meglio per restare in piedi al meglio. Le persone che vivono in condizione di povertà, hanno sempre questo straordinario orgoglio perciò ho voluto interpretare questo film. Un uomo che non cerca mai di farsi compatire, vuole combattere".
"Tutti mi fanno la stessa domanda – dice la brava Noomi Rapace che si è aggiudicata il premio per la miglior attrice per ‘Babycall’ -, quando è che fai una commedia? io rispondo sempre che non intendo fare una commedia romantica, perché la trovo distaccata dalla realtà. Quando leggo una sceneggiatura tutto dipende dalla capacità di colpirmi che essa ha, e decido di fare il film o meno se è ‘necessario’. Sono una che si impegna al cento per cento, sono pronta a portare il progetto fino in fondo. Ma lo devo amare; più complesse, più sfacetature e più demoni nascosti ci sono, sono più interessanti. Quando ho letto questo copione per me è diventato una specie di ossessione, volevo incontrare il regista, fare il film. Una sceneggiatura che Pal ha scritto col cuore e perciò mi ha colpito moltissimo. Ha fatto un film molto personale, che mi è entrato dentro".
"Era molto felice – dichiara Maya Sansa che ha sentito al telefono Claude Miller, il regista che l’ha diretta in “Comme ils dansent”, Gran Premio della Giuria -. E’ stato bellissimo che sia stato invitato al festival e poter condividerlo con tutti voi, i miei amici, i miei parenti. E’ stata data a questo film la possibilità di una nuova vita, di un po' attenzione, visto che in Francia ha avuto una piccola distribuzione".
"E’ fantastico – afferma Schepisi -, naturalmente il premio dà credito al film, a tutto il lavoro fatto da tutti quanti, particolarmente dagli attori (infatti il cast è eccezionale, da Charlotte Rampling a Geoffrey Rush ndr.), persino la più grande attrice di teatro australiana ha una particina. Se hanno creato il premio proprio per me, significa che tutti lo hanno meritato, che è un buon film. E’ splendido che la giuria abbia deciso questi premi speciali. A volte diventa una specie di corsa, perché sono film diversi, è come paragonare una mela con un’arancia. Si saranno detti questo è un prodotto di qualità e dovrebbe avere un premio".
"Sono molto felice di aver ricevuto un premio speciale – confessa emozionato il compositore Ralf Wengenmayr -, un tale onore che uno dei migliori autori di musica per il cinema (Morricone, presidente della giuria ndr.), che scritto tanta bella musica mi abbia dato il premio. Lui è uno specialista, spero e credo non sia solo il suo parere”. E poi afferma che da quando nell’84 ha visto “C’era una volta in America” la colonna sonora del maestro italiano è per lui splendida, la più bella della storia del cinema.
"Ho detto che volevo fare un film né per bambini né per adulti – dichiara la regista ecuadoriana Tania Hermida P. che ha vinto il Marc’Aurelio sotto 13 di Alice nella città con “Nel nome della figlia” -, secondo me è un film per tutti, per il bambino che ognuno di noi si porta dentro, ha a che fare con questo. Quando diventiamo adulti ci portiamo dentro alcuni dogmi che abbiamo ereditato dalla famiglia, dal cattolicesimo, dal comunismo. E’ un’avventura per sfuggire da questi dogmi e arrivare alla propria identità. Un’avventura che continuo a fare ogni giorno. Nel mio paese il film è stato vietato minori 14 anni, qui ha vinto grazie a una giuria di minorenni. Non è che i bambini non possano capire, tanto che molti ragazzi sono andati al cinema con i genitori e ne sono rimasti entusiasti. Vedremo quale sarà la reazione del pubblico italiano, perché non è per bambini in termini convenzionali. Richiede un certo sforzo, e far parte della selezione di Alice nella Città dimostra che nemmeno essa è per ragazzi in senso convenzionale, anche perché i bambino non solo la capiscono, ma meglio di noi!”.
"Cosa mi aspetto dal pubblico italiano? – si chiede Bavo Defurne, autore di “North Sea Texas”, Marc’Aurelio Alice nella città sopra i 13 anni -, faccio dei film, spero possano toccare il cuore persone. In Belgio è possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma non viene accettato dalla gente. Sono pochissimi i film fatti sull'amore tra due ragazzi maschi, volevo vedere situazioni del genere sullo schermo senza soffermarmi sugli aspetti giuridici. E’ un film sull'amore, e sono felicissimo che la giuria (di adolescenti provenienti dalle scuole ndr.) l'abbia apprezzato, e che Atlantide lo abbia acquistato, perché è una visione artistica particolare. Mi auguro che anche il pubblico lo apprezzi".
"Non credo aiuti a risolvere i problemi attuali dell’Iran – dichiara l’attrice Sarah Kazemy, protagonista di “Circumstance” di Maryam Keshavarz, Marc’Aurelio esordienti della sezione L’Altro Cinema / Extra, fuori concorso -, il fatto è di parlare e discutere su un tema che al cinema viene affrontato per la prima volta. Presentarlo nei festival, dove dopo viene acquistato ed esce in sala, serve a mettere in contatto la gente, a far capire allo spettatore quello che accade oggi in Iran".
"Nel mio film non si parla in particolare della maternità – dice Emmanuelle Millet, premiata come esordiente per “La Brindille”, in concorso nella sezione Alice nella città -, ma dell'abbandono, sulle donne che abbandonano i figli. Mi sono fatta raccontare le loro esperienze, ho sentito anche chi lavora nella sanità, nelle associazioni, nei centri per la maternità. Poi ho deciso di dimenticare tutto ciò per entrare nel discorso di quella donna, senza giustificarla, di pedinarla per farmene un’opinione".
"Il rapporto che abbiamo con tutte le persone del film – dice Ashley Sabin della protagonista del documentario “Girl Model”, co-diretto con David Redmon, premiato nella sezione L’Altro Cinema / Extra -, sono pieni di inganni, di incomprensioni. Cosa si chiederanno? Cosa c'è dietro la barriera? Ci sono rapporti a livello superficiale, in quanto a capirle non è facile".
"Io sto aspettando un nuovo lavoro – chiosa ironicamente Debra Winger, membro della giuria internazionale -, questo è stato sorprendente, siamo stati molto uniti. Non avevamo molto tempo per giudicare, ma è stato sempre chiaro, e i giudizi emergevano facilmente. Ho partecipato a molte giuria ma non è sempre così, sono contenta che nessuno sia stato arrestato. E non ho nulla di piccante da raccontare".
"Alla fine non grande soddisfazione, il mix di film che vuoi premiare. Quello che conta, migliore o non migliore, finissero nella visione della gente".
“E’ stato di grande ispirazione vedere così tanti film in così poco tempo, e poi doverne parlare – dichiara Carmen Chaplin -, il lavoro della giuria è simile all'esperienza dei frequentatori di festival, si fa con entusiasmo, in modo diverso, aiuta molto e fornisce nuova ispirazione".
"Abbiamo scelto il film che ci ha emozionato maggiormente, unito, colpito – conclude Bolle -, la piacevolezza di ‘Un cuento chino’ risiede anche nella profondità dei messaggi. Un estraneo in casa nostra è un problema reale, attuale, trattato in maniera molto leggera, divertente. Tutti d'accordo a volerlo premiare perché profondo, piacevole, emozionante insieme".
José de Arcangelo

ECCO TUTTI I PREMI:
I PREMI ASSEGNATI DALLA GIURIA INTERNAZIONALE
Una giuria internazionale presieduta da Ennio Morricone e composta da Susanne Bier, Roberto Bolle, Carmen Chaplin, David Puttnam, Pierre Thoretton, Debra Winger ha giudicato i film in concorso nella Selezione Ufficiale. La giuria internazionale ha assegnato il:
- Premio Marc’Aurelio della Giuria al miglior film: Un cuento chino di Sebastián Borensztein
- Premio Marc’Aurelio della Giuria alla migliore attrice: Noomi Rapace per Babycall
- Premio Marc’Aurelio della Giuria al miglior attore: Guillaume Canet per Une vie meilleure
- Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio: Voyez comme ils dansent di Claude Miller
- Premio Speciale della Giuria Marc’Aurelio: The Eye of the Storm di Fred Schepisi
- Premio Speciale alla colonna sonora della Giuria Marc’Aurelio: Ralf Wengenmayr per Hotel Lux

IL PREMIO ASSEGNATO DAL PUBBLICO
Attraverso un sistema elettronico, il Festival ha previsto la partecipazione degli spettatori all’assegnazione del Premio BNL del pubblico al miglior film. I film che hanno partecipato al premio sono quelli in concorso nella Selezione Ufficiale. Il pubblico ha assegnato il:
- Premio BNL del pubblico al miglior film: Un cuento chino di Sebastián Borensztein

IL PREMIO ASSEGNATO AL MIGLIOR DOCUMENTARIO PER LA SEZIONE L’ALTRO CINEMA | EXTRA
Un’apposita giuria internazionale, diretta da Francesca Comencini e composta da Pietro Marcello, James Marsh, Anne Lai, Meghan Wurtz ha assegnato il:
- Premio Marc’Aurelio al miglior documentario per la sezione L'Altro Cinema | Extra: Girl Model di David Redmon e Ashley Sabin

I PREMI ASSEGNATI DALLE GIURIE DI RAGAZZI
Ai film in concorso nella sezione Alice nella città sono stati attribuiti due premi Marc’Aurelio Alice nella città. Sono stati votati da due giurie, una composta dai ragazzi sotto i 13 anni e una dai ragazzi sopra i 13. Le giurie di ragazzi hanno assegnato il:
- Premio Marc’Aurelio Alice nella città sotto i 13 anni: En el nombre de la hija di Tania Hermida P.
- Premio Marc’Aurelio Alice nella città sopra i 13 anni: Noordzee Texas di Bavo Defurne

IL PREMIO MARC’AURELIO ESORDIENTI
Grazie alla collaborazione con il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato assegnato il Premio Marc’Aurelio Esordienti, trasversale a tutte le sezioni del Festival, e destinato al regista della migliore opera prima. La giuria presieduta da Caterina D’Amico e composta da Leonardo Diberti, Anita Kravos, Gianfrancesco Lazotti, Giuseppe Alessio Nuzzo ha assegnato il:
- Premio Marc’Aurelio Esordienti: ex aequo Circumstance di Maryam Keshavarz – La Brindille di Emmanuelle Millet

IL PREMIO MARC’AURELIO ALL’ATTORE
Il riconoscimento è stato assegnato a Richard Gere, il divo di Hollywood da sempre impegnato in battaglie umanitarie, protagonista di film popolari come American Gigolo, Ufficiale e gentiluomo, Pretty Woman e interprete per autori come Robert Altman, Akira Kurosawa, Sidney Lumet, Francis Ford Coppola, Todd Haynes, Terrence Malick.