giovedì 3 novembre 2011

Al Festival Internazionale del Film di Roma è arrivato il divo Richard Gere, accompagnato dalla moglie Carey, in attesa del Marc'Aurelio alla carriera

ROMA, 3 - Ultimi fuochi per la VI edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, segnata dall'arrivo del divo Richard Gere - accompagnato dalla moglie Carey Lowell (la ricorderete in “Law & Order”, dove era Jamie Ross) -, che domani riceverà il Marc'Aurelio alla carriera, dopo aver incontrato oggi il pubblico non solo romano del festival e presentato "I giorni del cielo" di Terrence Malick, la sua prima interpretazione da protagonista assoluto, allora giovanissimo e secondo del grande regista, con la colonna sonora firmata niente meno che da Ennio Morricone, presidente della giuria internazionale.
Per i documentari fuori concorso de "L'altro cinema / Extra" è stato presentato "Case chiuse" di Filippo Soldi, che racconta - in meno di un'ora - la storia delle cosiddette 'case di tolleranze' dall'impero romano fino ad oggi raccontate da studiosi dell'antichità ed esperti di arte figurative, da registi come Tinto Brass e Lino Wertmuller ad attori come Lando Buzzanca, da Luciana Castellina a Eva Cantarella. Storie di costume e di letteratura, di ricordi e memoria, tra sfruttamento ed estasi, tra seduzione e disperazione. Un fenomeno che anche oggi conosce una sorta di revival, tanto che a Berlino esistono centri di lusso - dove per la prima volta si riesce ad entrare la videocamera - che sembrano spa di alta classe e dove si offrono prestazioni erotiche professionali.
Un'insolito viaggio alla ricerca dei luoghi del piacere a pagamento, ma anche di posti di delusione amorosa o di scoperta del sesso in tutte le sue sfacetature. Un documentario che si rivela un film a tutti gli effetti perché costruito e montato in modo agile e illuminante.
"Catching Hell" di Alex Gibney, si domanda cosa significa diventare oggi un "capro espiatorio"? Nel caso specifico essere considerato responsabile di una delle sconfitte più clamorose della storia del baseball. Lo spunto viene da un episodio verissimo: i Chicago Cubs sono a un soffio dal vincere il campionato. La palla vola alto, sembra un fuori campo, il ricevitore salta, sta per afferrarla quando una mano, tra gli spettatori, la sfiora deviandone la traiettoria. Da quel momento in poi il match è una catastrofe. Il regista, non solo analizza all'infinito ogni filmato dell'accaduto, ma si mette sulle tracce di Steve Bartman che vive nascosto perché, come succede fin dai tempi della Bibbia, e forse anche prima, tutto il mondo ne ha fatto il responsabile di eventi avversi e inaccettabili. E ci fa ascoltare la testimonianza di sportivi ed esperti, di tifosi e amici.
Altri documentari e film della ricca sezione, come questo, non è stato facile riuscire a vederli perché programmati solo una volta e in sale meno capienti, come il Teatro Studio, tra questi abbiamo dovuto rinunciare a "Diversamente giovane" di Marco Spagnoli, dedicato all'avvocato Giovanna Cau, 88 anni vissuti senza mai andare in pensione, un carattere proverbiale ed una intelligenza intraprendente e mercuriale, collaboratrice decisiva di personaggi come Fellini e Mastroianni, Calvino e Moravia, Scola e Lizzani, Francesco Rosi e Monica Vitti fino a Sorrentino e Crialese. Ma anche all'atteso evento speciale "L'ultima fantasia di Furio Scarpelli" con la presentazione di "Tormenti - Film disegnato" del nipote Filiberto Scarpellli. Sui disegni-fumetto del leggendario sceneggiatore, scomparso l'anno scorso, il nipote ha realizzato la sua originale opera prima e la definizione 'film disegnato' è dello stesso Furio, autore anche della sceneggiatura. Ogni personaggio è studiato nei minimi dettagli, con grande attenzione nella ricerca iconografica sul costume. E con le voci di Alba Rohrwacher, Luca Zingaretti, Valerio Mastandrea, Elio Pandolfi e Omero Antonutti.
Un altro evento il documentario "Noi di settembre" di Stefano Veneruso, una sorta di "confessione" intima e diretta di Franco Califano, uno delle figure più originali e controverse del panorama musicale italiano.
Interessantissima anche la selezione contemporanea del Focus dedicato quest'anno alla Gran Bretagna, anche perché il livello delle opere presentate è stato decisamente alto. A chiudere la rassegna è stato "Wild Bill", opera prima dell'attore Dexter Fletcher (ve lo ricordere, giovanissimo, nel "Caravaggio" di Derek Jarman), dopo il sorprendente debutto del collega Paddy Considine con "Tyrannosaur", passato il 30 ottobre.
"Wild Bill" è un dramma, tra film d'azione e noir psicologico, tra western contemporaneo e romanzo di formazione (dei figli dei protagonista). Coinvolgente e commovente, duro e al tempo stesso delicato. Dopo otto anni di carcere, Bill Hayward (Charlie Creed-Miles) torna a casa in libertà vigilata, in un quartiere difficile dell'East End di Londra, dove violenza e droga sono all'ordine del giorno. Scopre che dovrà occuparsi dei figli, Dean (Will Poulter) di quindici anni, e Jimmy (Sammy Williams) di undici, abbandonati dalla madre e determinati a cavarsela da soli. Bill, prima avverso al ruolo di padre, vorrebbe andarsene ma si ritrova costretto a farlo. Impaurito ed immaturo tanto quanto i suoi figli, il 'selvaggio Bill' affronta un difficile percorso di redenzione.
Tra gli altri film presentati nella sezione "Occhio sul mondo / Focus", "Weekend" di Andrew Haigh, storia di un amore omosessuale; "The British Guide to Showing Off" di Jes Benstock; "Page Eight" del drammaturgo, scrittore e regista David Hare; "Trishna", ultima fatica di Michael Winterbottom con l'indiana Freida Pinto (da "The Millionaire" a "L'alba del Pianeta delle Scimmie"), tratto da "Tess of the D'Urbevilles" di Thomas Hardy, trasposto nell'India di oggi.
José de Arcangelo