venerdì 26 ottobre 2007

Festa Internazionale del Cinema: L'adolescente Juno conquista il pubblico romano

ROMA, 26 – Penultima giornata per la Festa Internazionale del Cinema di Roma. Presentato in concorso l’irreverente e divertente commedia di Jason Reitman (figlio di Ivan) “Juno” con Ellen Page, Michael Cera, Jennifer Garner, Jason Bateman, Allison Janney e J.K. Simmons. Sceneggiato dalla scrittrice Diablo Cody, narra la storia della sedicenne Juno che ha genitori affettuosi, i sogni di ogni adolescente e un boyfriend adorabile. Ma la ragazza aspetta anche un bambino e risolve la faccenda nel modo meno prevedibile.

“Ero nella mia casa nel Minnesota e mi chiedevo quale fosse la storia che non avevo visto sullo schermo – racconta Diablo ‑. Molte delle cose che vedevo scorrere davanti ai miei occhi mi sembravano trite e ritrite”.

La scrittrice si è così indirizzata verso il proprio passato. “E’ stato tutto incredibilmente naturale – dice ‑ , come prendere una bella boccata di aria fresca perché ho visto Juno come un’estensione di me stessa. Le mie amiche ed io eravamo esattamente come lei e Leah. Parlavamo sempre di sesso. A qualcuno sembrerà scioccante ma è piuttosto realistico”.

“Il ruolo di Juno – afferma la giovanissima Ellen Page – è scritto in maniera esemplare e non è una cosa così comune trattandosi di un’adolescente. E’ onesta e originale, completamente priva di cliché o stereotipi, il che è quasi fantastico per un’attrice. Il mio lavoro è stato quello di calarmi nei suoi panni e cercare di rendere autentici la sua maniera di parlare, i suoi dialoghi ed i suoi rapporti con gli altri. Ma ho scoperto che è una cosa assolutamente naturale quando lavori con persone delle quali ti fidi perché a quel punto riesci ad immergerti totalmente nel personaggio”.

“Quando lavori con dei grandi attori – dice il regista, autore di “Thank You for Smoking” – vuoi lasciarli fare e fare in modo che siano i loro volti a raccontare la storia. Ellen in particolare riesce a fare delle cose quasi impercettibili ma al tempo stesso incredibili cambiando espressione. Posso darle 120 commenti su una singola scena e lei riesce a fare tutto quello che le chiedo alla perfezione”.

Per la sezione Premiere è toccato alla sempre affascinante venere nera Halle Berry, in dolce attesa, salvare l’onore delle star. E’ arrivata a Roma per l’anteprima di “Things We Lost in the Fire – Oltre il fuoco” di Susanne Bier, la regista danese di “Dopo il matrimonio” al suo debutto hollywoodiano. Il film che vanta la presenza del premio Oscar Benicio Del Toro, è la storia di due persone accomunate dalla perdita. Audrey, sconvolta dall’assurda morte del marito, e Jerry, ex avvocato tossicodipendente che sta cercando di uscire dal tunnel della droga.

“Mi interessa sempre ciò che accade alla gente in situazioni estreme – afferma l’autrice ‑. La storia mi sembrava così familiare e allo stesso tempo mi incuriosiva… perché era così realistica, una cosa che poteva veramente accadere. E mi piaceva l’idea di lavorare con Sam Mendes (il regista premio Oscar per ‘American Beauty’, qui nelle vesti di produttore ndr), che ritenevo sarebbe stato stimolante e anche molto piacevole”.

“Halle e Benicio sono entrambi magnifici attori – continua la Bier ‑. E’ meraviglioso guardarli lavorare e sono entrambi molto originali. Ho subito pensato che sarebbe stato fantastico vederli interagire. Mi immaginavo una certa chimica sexy e potenzialmente aggressiva stabilirsi tra loro, ma anche un senso di tranquillità… una sorta di affinità emotiva tra i due, che ritenevo sarebbe stata magnifica”.

“Credo che tutti gli attori debbano faticare – ammette la Berry – per ottenere le parti migliori. I ruoli interessanti sono pochissimi, soprattutto se sei una donna. Il personaggio di Audrey – spiega – non è stato scritto pensando ad una donna di colore. Pertanto non è a me che hanno pensato tutti subito. Ma sin dall’inizio ho detto al mio agente, ‘Io so che non stanno pensando a me, ma se potessi soltanto parlare con la regista…”

L’attrice è stata accontentata quando la Bier si è fermata a New York di ritorno in Danimarca e si sono incontrate in maniera informale. “Speravo – aggiunge la brava e bellissima protagonista – che Susanne sarebbe riuscita a guardare al di là dell’apparenza”. E così è stato.

Originale e commovente il film cinese, in concorso e passato nei giorni scorsi, “Li Chun – And the Spring Comes” di Chang Wi Gu. La storia di Wang Cai Ling, maestra di canto dotata da una voce sublime ma ‘bruttina’, sogna di trasferirsi a Pechino e cantare all’Opera. Ma tutti la snobbano o la respingono, tranne quando vogliono sfruttarla. Funzionari e divieti ufficiali le impediscono di coronare il suo sogno, ma lei ogni settimana si reca a Pechino e fa credere ai vicini di essere una cantante lirica affermata. Prima un giovane operaio vuole avere lezioni di canto da lei, poi un altro, artista fallito, le fa credere di provare un certo interesse per lei, tanto che lei se ne innamora. Infine, una ragazzina le confessa di avere un cancro perché la prepari per un concorso lirico nazionale, a cui partecipare prima di morire.

Raccontato così può sembrare un melodramma melenso e strappalacrime, ma il regista di “Peacok” (Orso d’argento a Berlino) ha in serbo ogni volta un colpo di scena che, dalla presunta favola, ci fa precipitare brutalmente nella realtà più dura e crudele.

Passato anche, sempre in concorso, “Reservation Road” di Terry George (Usa), autore di “Hotel Rwanda”, con Joaquin Phoenix, Jennifer Connelly, Mark Ruffalo e Mira Sorvino. Un dramma di rabbia, vendetta e grande coraggio su due padri, delle loro famiglie e di come le loro vite si incontrano.

E’ un pomeriggio caldo di settembre: il professore Ethan Learner, sua moglie Grace, e la loro figlia Emma stanno assistendo, orgogliosi, al saggio del loro figlio Josh. Parallelamente l’avvocato Dwight Arno e il figlio undicenne Lucas stanno assistendo ad una partita di baseball. La loro squadra del cuore, sta vincendo la coppa dei campioni. Finito l’incontro Dwight si mette in viaggio per riportare il figlio Lucas dalla sua ex moglie Ruth. Ma, in un istante, una terribile fatalità cambierà per sempre la loro esistenza… sulla Reservation Road.

Tanti, comunque, i film presentati che è impossibile vederli/seguirli tutti, anche perché le diverse sezioni corrono via parallelamente. E per questa ragione abbiamo dovuto trascurare “Alice nella città” che ha presentato tanti altri film interessanti, soprattutto che raccontano storie su o per ragazzi provenienti da tutto il mondo. Così come i diversi omaggi della sezione Extra che oltre Marco Ferreri e Totò, ha ricordato oggi anche Pier Paolo Pasolini (e Giovanni Guareschi) con la proiezione della versione restaurata di “La rabbia”.

Domani mattina (ore 11.30) il concerto dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, diretta dal M° Ennio Morricone – premio Oscar alla carriera 2007 ‑, precede la cerimonia di premiazione. In serata proiezione del film di chiusura, in anteprima, "L'abbuffata" di Mimmo Calopresti con un nutrito cast capeggiato da Diego Abatantuono. E domenica proiezione dei film premiati nelle diverse sezioni.

José de Arcangelo